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Vuoi proteggere la tua impresa dal rischio di cambio valuta?

rischio di cambio
Se la tua azienda opera all’estero, potresti essere soggetto al rischio di cambio, ovvero alle conseguenze della variazione del rapporto di cambio tra due valute. Qualsiasi sia la dimensione della tua attività, è bene prevenire il rischio, per operare con le valute estere, senza perdere economia e monitorando ogni aspetto delle transazioni.

Tabella dei Contenuti

proteggere impresa rischio di cambio

Rischio di cambio: cos’è e che impatto può avere sulla tua azienda?

Per comprendere la natura del rischio di cambio, si può partire dall’idea che le valute vengono trattate sui mercati come se fossero delle merci.

In pratica, possono essere acquistate o vendute al pari di qualsiasi altro bene. 

Un esempio semplice è quando ci si reca in vacanza in un paese straniero che ha una valuta diversa dall’euro e dove, per pagare ciò che si acquista, serve denaro locale.

Ci si reca quindi in banca e si acquistano, ad esempio, dei dollari o degli yen, pagando in euro.

Ma quanto valgono i dollari o gli yen?

Il rapporto tra due valute rispecchia il rapporto attuale fra le economie dei paesi in questione.

Si tratta di un rapporto monitorato, che si identifica con il tasso di cambio. 

Il valore del tasso di cambio varia continuamente, perché di base è determinato dalla domanda di moneta, dall’offerta e dalle politiche monetarie dei singoli governi.

Questo per capire che il cambio può esporre imprenditori o investitori al rischio, perché se il valore della valuta estera diminuisce, rispetto all’euro, nel periodo di riferimento (si verifica cioè il deprezzamento), il valore in euro dei flussi di cassa, oggetto di trasferimento, si riduce.

Viceversa, se il valore della valuta estera aumenta rispetto all’euro (si verifica l’apprezzamento), il valore in euro dei flussi di cassa oggetto della transazione aumenta.

Esempio pratico di rischio cambio

Proviamo a spiegarlo con un esempio pratico.

Un’impresa italiana esporta negli Stati Uniti con un listino in dollari.

Nel momento in cui l’impresa definisce il suo listino prezzi, mettiamo ad esempio il 1° settembre, il cambio del dollaro è EUR/USD 1,10.

L’impresa decide quindi di mettere in vendita il suo prodotto a 10 euro, che al 1° settembre corrispondono a 9,091 euro.

L’impresa vende ed emette fattura, ma il giorno della fattura, supponiamo il 1° dicembre, il cambio EUR/USD è di 1,30.

Il dollaro si è svalutato, quindi i 10 euro del prezzo di vendita del prodotto – 9,091 euro al 1° settembre – corrispondono a 7,69 euro al 1° dicembre, pari a circa il 15% in meno.

Questa perdita potrebbe non essere correttamente contabilizzata e realizzarsi così un effetto negativo nascosto sul margine aziendale.

Ecco perché il rischio di cambio può essere visto come l’insieme delle conseguenze inattese che le variazioni dei tassi di cambio delle valute possono avere sull’economia dell’impresa.

Questi effetti possono avere una natura diretta, che si manifesta nel breve periodo (svalutazione di una moneta), ma anche indiretta, cioè legata agli squilibri monetari nel lungo termine.

Le oscillazioni dei tassi di cambio possono, infatti, ripercuotersi su molteplici aspetti riguardanti l’impresa e in questo caso si parla genericamente di esposizione al rischio, che può essere di diversa natura.

rischio di cambio valuta estera

I 3 maggiori tipi di rischio cambio

Il rischio di cambio valuta si può riassumere nelle 3 seguenti tipologie

  1. Rischio contabile: è la differenza che si può generare sulle singole transazioni di vendita e acquisto, effettuate in divisa estera. 
  2. Rischio economico: succede quando il controvalore in euro di ricavi e costi in divisa estera è diverso da quello che era stato pianificato dall’impresa. 
  3. Rischio Competitivo: deriva dalla minore competitività dell’azienda a seguito del cambio di valuta, e ciò può riversarsi sul cash-flow operativo ma anche sul margine operativo aziendale. Ad esempio, quando un concorrente estero ha costi inferiori rispetto all’impresa italiana.

C’è un fattore che accomuna tutti questi rischi ed è l’incertezza sull’andamento dei costi e dei ricavi aziendali, per questo è necessario ridurla il più possibile, per il benessere e la serenità dell’impresa.

Il rischio di cambio non riguarda solo il caso in cui l’azienda esporta e fattura in valuta estera, con l’eventualità di incassare meno a seguito di una variazione del cambio.

E nemmeno si riferisce solo alla fase di importazione, quando il costo della merce potrebbe salire a causa di variazioni del cambio di valuta.

Questi sono sicuramente i rischi più concreti, ma c’è anche il rischio di cambio indiretto.

Questo avviene se i clienti esteri non possono più permettersi di acquistare dall’impresa, perché i cambi sono troppo costosi, o quando, viceversa, i fornitori esteri non hanno più convenienza a vendere per le forti oscillazioni dei cambi.

rischi contabili cambio valuta

Come proteggersi dal rischio di cambio

L’esigenza di proteggersi dal rischio di cambio va oltre il monitoraggio in tempo reale e si avvale di strumenti da utilizzare ogni qual volta occorre effettuare un’operazione in valuta estera.

Esistono diverse soluzioni a disposizione dell’impresa, che è bene vengano valutate con attenzione, in base a fattori quali: la natura dell’azienda, la tipologia dei rapporti con l’estero, i mercati di riferimento e molto altro ancora.

Per questo, fra gli interventi di Counsel, a supporto della gestione finanziaria, c’è l’assistenza, con la giusta competenza, per la corretta gestione dei rischi di tesoreria, compreso il rischio di cambio.

Numerose imprese del tessuto italiano hanno già scelto i servizi Counsel, con il valore aggiunto di poter contare su un network di aziende e di professionisti che collaborano da tempo e dispongono delle più innovative soluzioni fintech per la gestione della finanza aziendale.

Per ricevere informazioni sui servizi dedicati alla tua impresa ti invitiamo a contattarci qui.

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La redazione di COUNSEL S.R.L. annovera professionisti specializzati nei settori della finanza, del fintech, del credito e della gestione di impresa. I contributi sono frutto dell’esperienza professionale e del costante studio, ricerche e studio di dati e statistiche.
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